Born on the Fourth of July

Nato il quattro luglio (Born on the Fourth of July) è un film del 1989 diretto da Oliver Stone. Tratta le vicende vissute da Ron Kovic (ex marine e poi attivista e scrittore impegnato per la pace) in Vietnam e, al ritorno, negli Stati Uniti.

Il film è dedicato alla memoria dell’attivista politico Abbie Hoffman. Viene proiettato il 4 luglio al teatro Antico di Taormina

Trama

Ron Kovic è un giovane statunitense nato il 4 luglio 1946, giorno in cui si festeggia l’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, proveniente da una famiglia di stampo cattolico e tradizionalista; i suoi interessi ed attività sono lo sport, la scuola ed una normale vita da ragazzo degli Stati Uniti d’America, ma con profonde convinzioni negli ideali nord-americani e nell’agonismo sportivo ed il suo motto ricorrente è «O ami l’America o te ne vai».

Nel 1964, all’età di 18 anni, decide di arruolarsi volontario nei Marines degli Stati Uniti e, diventato sergente, viene destinato a partire per la guerra del Vietnam nell’ottobre 1967, spinto da uno spirito di servizio alla patria come i suoi antenati nella guerra d’indipendenza degli Stati Uniti d’America e nelle guerre mondiali. Ma in Vietnam scopre la realtà crudele di una guerra che non risparmia donne e bambini, unita al rimorso dell’uccisione per errore del soldato Wilson, avvenuta a seguito di una feroce battaglia in un villaggio pieno di civili massacrati per sbaglio dai marines. Tornato alla base militare, nonostante Kovic ammetta con il maggiore di aver ucciso Wilson, quest’ultimo non lo punisce e lo lascia andare.

Il 20 gennaio del 1968 Kovic viene ferito gravemente alla spina dorsale, perdendo di conseguenza l’uso delle gambe e diventando impotente. Tornato negli Stati Uniti nel 1969 li scopre cambiati ed affronta il suo difficile reinserimento scoprendo la generale sensazione di inutilità della guerra. Si sente un eroe, ma così non è trattato, la guerra non è sentita dal Paese e si ritrova a fare i conti con il proprio handicap che non interessa a nessuno e l’unico conforto gli viene dall’amico Timmy, anche lui reduce ferito e con problemi di tossicodipendenza. Incontra di nuovo Donna, la compagna di liceo amata prima della partenza, divenuta attivista del movimento pacifista, la quale lo conduce ad una manifestazione di protesta che si svolge alla Syracuse University, dove, pur non condividendo quanto ode dai relatori, vive per la prima volta in prima persona la repressione violenta della polizia contro gli studenti.

Rientrato a casa inizia a bere, non ha più fede ed ha scontri sempre più aspri in famiglia fino a fare diventare la convivenza impossibile, al punto che decide di lasciare la propria casa nel 1970 per recarsi a Villa Dulce, un luogo oltre la frontiera con il Messico dove vive una comunità di reduci che si rivela essere un luogo dove i ragazzi vivono una misera esistenza. Lì fa conoscenza con Charlie, che sta naufragando lentamente tra droga e mescal. Un giorno, dopo un furibondo litigio con Charlie, decide di tornare negli Stati Uniti per impegnarsi affinché altri giovani come lui non soffrano a causa della guerra.

Il primo passo che compie Ron è il confrontarsi con il proprio passato e, recatosi a casa della famiglia di Wilson, confessa quanto è successo ed anche se non ne riceve il perdono, intuisce che loro hanno compreso il dramma che ha vissuto e che continua a vivere. Divenuto decisamente attivo nel movimento contro la guerra, nel 1972 a Miami, dopo una marcia di protesta, una delegazione di reduci con lui a capo fa ingresso nella sala dove Richard Nixon sta parlando durante la convention del Partito Repubblicano ma, nonostante siano accreditati, viene impedito loro di parlare e vengono scacciati; egli stesso sfugge all’arresto da parte di un poliziotto infiltrato grazie all’intervento dei compagni.

All’esterno della struttura avviene il caos ed i reduci vengono caricati e bastonati dalla polizia, ed anche Ron, nonostante sia paralizzato, subisce l’aggressione da parte degli agenti. Feriti e contusi i reduci cercano di riorganizzarsi e Ron, a dispetto delle ferite e della commozione cerebrale che ha subito, raggruppa i manifestanti per tentare di occupare la sala, ma solo dopo altri quattro anni di lotta e la pubblicazione della sua autobiografia riuscirà finalmente a parlare alla nazione, durante la convention del Partito Democratico, svoltasi a New York nel 1976.

Autore dell'articolo: ROAN

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